Porto Pescareccio

Porto

Il porto di Peschici è un luogo pittoresco e suggestivo, già nel 1200, per erano presenti attività cantieristiche navali. Infatti a Peschici si produceva legname, che veniva esportato in Francia.

Oggi il porto di Peschici e diventato un bellissimo e caratteristico porticciolo turistico da dove oltre alla sosta di imbarcazioni da pesca e da diporto ci sono gli imbarchi giornalieri (periodo Aprile – Settembre) delle motonavi che partano per le Isole Tremiti e le barche che effettuano il tour del Gargano e la visita alle Grotte Marine . In occasione delle numerose feste religiose estive è il luogo privilegiato e spettacolare dove vengono accesi gli spettacolari fuochi d’artificio. E sede della manifestazione musicale Peschici Jazz.

Oltre alle imbarcazioni per le escursioni a Peschici è presente una sezione della Lega Navale con un pontile a sua disposizione, oltre a privati che con capitelli assicurano le imbarcazioni dei natanti durante il periodo estivo.

Dati Tecnici

Alla base del suggestivo centro abitato, piccolo porto di Peschici risulta essere protetto ad ovest da un molo foraneo banchinato e ad est da un molo di sottoflutto. Essendo frequentato prevalentemente da pescherecci e traghetti per le isole Tremiti, non offre serivizi particolari per diportisti

  • Coordinate; 41°56′,92 N 16°00′,50 E
  • Posti barca 50 ed 30 in transito
  • Fondale di Sabbia in banchina da 2 a 3,5 m
  • Lunghezza Massima 8 m
  • Acqua potabile presente a pagamento
  • Servizi Igenici WC Presenti
  • Accesso In Orario diurno , Mantenersi nella mezzeria dell’imboccatura sino al centro dello specchio acqueo.

Info e contatti operatori:

Lega Navale Peschici email : peschici@leganavale.it
Collegamenti per le Tremiti Tel. 0884962732 Sito : Navi Tremiti
Visita alle grotte Marine: Tel.320 8370380 Sito : Motobarche Grotte Marine
Noleggio ed Ormeggi : Tel. 3288093541 Sito : Tourism Service
Capitaneria di Porto Sezione di Peschici : Tel. 0884962767 – Emergenza 1530
Sede Capitaneria a Peschici Via XXIV Maggio Tel.
0884962767 – 1530

IL PORTO , IL FARO E L’ARSENALE

Sotto la dominazione sveva, Peschici vive un periodoi turbolento a causa delle continue controversie tra il Papa e Federico II… “ 25 galeee veneziane mandate da Papa Guglielmo IX contro dodici galee sveve dello scomunicato Federico prendono Bestice (Peschici) e Bestie (Vieste), Federico recatosi poi sulle marine garganiche farà ricostruire le fortificazioni dei centri e armerà le sue navi facendo attenzione a non danneggiare i propri interessi econimici, perciò si preoccupò di raccomandare al Protontino di Siponto l’esenzione del servizio sulle galeee per gli addetti alla produzione del sale “ut non cogat ire in galea illos de Syponto, qui faciunt salem” un genere di monopolio molto lucroso per l’inperatore. Questi, inoltre ordinò di sostituire gli uomini esentati di Siponto di Peschici e di Salpi con altri…”
Un’ intensa attività cantieristica è accertata per Peschici a cominciare dalla seconda metà del XIII secolo. Sotto gli Angioini nel 1267 Peschici è tra i comuni del Gargano, con Rodi e Cagnano, fedeli al re Carlo, al tempo della venuta di Corradino di Svevia.
Nel 1270 i legami dei suoi boschi servirono ad approntare macchine da guerra e nel 1271 le travi da trasportare a Manfredonia venbnero utilizzate per l’assedio di Lucera. È noto che gli abitanti di Peschici vennero esentati dall’obbligo di andare a scavare fossati per l’assedio di Lucera, dato che contribuivano già all’armamento delle galee e alla sicurezza dei traffici nelle acque antistanti il Gargano. Dagli ordini di pagamento del fodro per l’esercito si ricava che Peschici produceva vino e legnami è inportava invece cereali e legumi. Testimonianza di una certa vitalità del porto è la frequenza con cui viene nominata in numerosi documenti trascritti nei registri della cancelleria Angioina. Il porto di Peschici e quello di Manfredonia erano gli unici, in questo periodo, adibiti per l’inbarco del legname diretto in Francia. Nel 1272 Crlo II D’Angiò donò al figlio il principato di Salerno è l’Honor di Monte S.Angelo che comprendeva Peschici … “da cui ricavava una rendita di 100 once oro” . Nel 1276 un notaio, Roberto, originario di Peschici era tra coloro che avevano ottenuto l’appalto per la costruzione di dieci teride del valor di 90 once d’oro ciascuna è aveva stipulato la relativa convenzione cmpleta di armamento, vele e ancore, per conto della Regia Curia.
La società era costituita anche da personaggi di Peschici e Vieste, con a capo un Nicola de Galiano originario di Barletta. Costui si assicurò preventivamente, mediante il mastrogiurato di Peschici, che fossero procurati alloggi adeguati “domos competentes” a lui e ai suoi “magistri” impegnati nei lavori; chiese inoltre che questi alloggi si trovassero “in suburbio eiusdem terre Pesquicii”, evidentemente in una zona più vicina alla marina e all’arsenale, è che per il fitto non si aumentassero, data l’occasione, i prezzi “ad illam pensionem quam consuevit “… e per questo di acquistare in franchigia tutto ciò che gli occorreva ( canapa, pece, stoppa, tessuto per le vele) a patto che il lavoro venisse eseguito dettagliatamente secondo le norme prescritte. Prende parte, con Bari, Monopoli, Trani, Vieste e Ortona alla flotta pugliese e all’assedio di Almissa, città della costa Dalmata.
Nel 1290 il cantiere navale di Peschici assicurò la costruzione di galee e galeoni, affidata a società composte da inprenditori , tra cui si annovera un Angelo de Pesquicio, secretus Capitanate e magister portulanus, ma forse anche mutuator; un miles Sadelgardo e un giudice Gadalajto, expensor per conto del Re nella costruzione delle navi. In questi stessi anni si provvide alla costruzione di un faro lungo la costa, per difendere il territorio dalla minaccia di flotte navali bizantine. La presenza di uno scalo marittimo a Peschici è ancora confermata in un documento del 1469, nel quale, a proposito di alcuni beni appartenenti all’Abbazia Di Calena, dipendenza di quella più inportante di Tremiti, si parla di una “terra, ubi dicitur al pede de la costa de S. Joanni intus la via publica che va da Calena al porto di Peschici, intus la vigna grande de la detta ecclesia che sta adcanto al dito monasterio…”
Dal XIV sec. d.C. come porto, Peschici, compare in quasi tutte le carte nautiche (in una del 1379come Bistize,in una del 1450 come Peschece e in una del 1570 per la prima volta come Peschici). Tra il 1300 e il 1400 una serie di provvedimenti riguardanti l’agricoltura e l’allevamento testimoniano l’attenzione dei re Ruggiero, Guglielmo e Alfonso in favore del monastero di Calena e degli abitanti di Peschici… ”uomini e donne di qualsiasi dominio e signoria liberamente possono andare a macinare i loro grani ai mulini e ai trappeti di Santa Maria di Calena..”
Fu feudo dei Conti Gravina nell’anno 1320 e dei Regina. Alla fine del 1400 si assiste ad una forte ondata migratoria di Schiavoni, Dalmati, Croati e Montenegrini che si stabilirono a Peschici. Nel 1401 Peschici fu assegnata al re Ladislao di Durazzo. Nel 1537 i monaci di Calena furono in contrastocon i signorotti del luogo i quali pretendevano lauti compensi per il pascolo degli animali del Monastero. Il documento che riporta questa lunga e dibattutta controversia fornisce uno spaccato di vita sociale puntando l’attenzione sul ruolo del “baglivo”, del “vassallo” e delle “gabelle”. Nel 1570 è signore di Peschiza don Ferrante di Sangro, a cui subentra nel 1571 don Bernardino Turbolo che aveva comprato il feudo per 54042 ducati. I Turbolo, feudatari di Peschici e di Ischitella risiedevano nel castello di Peschici. Essi con i signori di altri centri garganici nella prima metà del 1600 intensificarono la lotta contro i saraceni, che avevano assalito l’abbazia di Calena e il piccolo convento di S. Francesco